Un mare di giocattoli invade le case italiane, ma quanti tra questi sono realmente utilizzati dai nostri piccoli una volta svanito l’effetto novità?
Alzi la mano chi non ha vissuto – o vive quotidianamente – scene del genere: montagne di giocattoli ammassati alla meglio, nella stanza dei piccoli oppure drammaticamente sparsi per casa. Chi non ha mai rischiato di rotolar per terra incespicando sulla macchinina o il camioncino lasciato in mezzo al corridoio dal bimbo? O magari su una gamba di una Barbie sradicata dal resto del busto da parte della propria bambina e poi non riposto accuratamente nel cesto, insieme agli altri giochi?
Quello del mare di giocattoli è un aspetto molto comune alle mamme italiane. Ma perché ne abbiamo così tanti in casa? Dipende dal numero di figli? Forse, ma non è l’unico motivo. O meglio, non il principale. Perché la risposta alla domanda è semplice: la casa è piena di giochi visto che ad ognuno di loro i nostri pargoletti dedica pochissimo tempo. Una mezz’oretta appena acquistato – praticamente il tempo che ci vuole per scartabellare bambole, bambolotti, camioncini o super-eroi dalle scatole in cui sono arpionati e blindati neanche fossero lingotti d’oro di inestimabile valore – poi il gioco finisce a poco a poco, ma sistematicamente, nel dimenticatoio.
In genere viene ripreso sempre più di rado, il più delle volte – altro classico – quando il bimbo o la bimba li nota sotto una catasta di altri giochi. Il tempo di prenderli, facendo una fatica del diavolo, di aprire il contenuto della scatola e spargerlo su tutto il pavimento, o sul tavolo, e basta: nel frattempo è già arrivato il momento di giocare con altro. Ma perché?
Sembra che, svanito l’effetto novità, i bambini perdano interesse per i giocattoli nuovi. Tutte le funzioni prodigiose descritte con minuzia di particolari dalle case produttrici – stimola la produzione di suoni, la capacità manuale, aiuta a parlare meglio – si riducono il più delle volte ad un fugace e quasi annoiato passatempo di pochi secondi.
Tra i giochi più “resistenti”, quelli che emettono suoni e melodie, spesso accompagnati da luci e colori. Soprattutto i più piccoli, amano giocarci per un periodo maggiore prima di stufarsi anche di questi. Qual è la soluzione? Non c’è: se si evita di comprarli, si incappa nel pianto disperato ed incessante del piccolo che in quel momento considera quel giocattolo – proprio quello – il fine ultimo della propria esistenza. E allora meglio rassegnarsi a stanze piene di giochi e a pezzi di personaggi vari sparsi sul pavimento: la rottamazione dei giocattoli inutilizzati ancora non l’ha inventata nessuno.